Edizioni Terra e Identità
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NOVITA'

Giovanni Turco (a cura di)
Le "due Rome"
Questioni e avvenimenti a centocinquanta anni dalla "breccia di Porta Pia"

Pp. 304 - Euro 15 (10 per i soci)
Le ragioni del Principato civile dei Papi di Giovanni Turco
L’indipendenza temporale del Papa nella dottrina cattolica di don Mauro Tranquillo
La guerra della Rivoluzione italiana alla Chiesa Cattolica di Massimo Viglione
Il quasro internazionale dell’aggressione allo Stato Pontificio di Massimo de Leonardis
Il contesto nazionale ed europeo di Francesco Mario Agnoli
Pio IX difensore della libertà di mons. Luigi Negri
Il Risorgimento sulla pelle di una santa: Clelia Barbieri di Roberta Iotti
L’Opera dei Congressi, uno Stato dentro lo Stato di Elena Bianchini Braglia
Le due giornate di sangue del 1864 a Torino di Giorgio Enrico cavallo
I prodromi di Porta Pia: 1867 l’insurrezione romana e l’attentato alla caserma Serristori di Fulvio Izzo
La riorganizzazione dell’esercito pontificio nel decennio precedente a Porta Pia di Paolo Carraro
Il reggimento Zuavi Pontifici nella pagina conclusiva della sua storia di Maurizio Di Giovine

Elena Bianchini Braglia
L'ultimo Duca
Francesco V d'Austria Este

Pp. 272 - Euro 15 (10 per i soci)
Francesco V non è l'uomo dei nostri tempi. Questa è l'accusa che maggiormente ricorre, la frase più usata e abusata dagli avversari politici dell'ultimo Duca di Modena. Ribaltata in elogio dai suoi sostenitori. Da qualunque parte lo si guardi, è questo il tratto saliente della sua personalità. Il coraggioso ancorarsi a principi che sembrano superati, la difesa di un mondo che nel corso dell'Ottocento cola a picco. E per questo Francesco V diventa un simbolo, un punto di riferimento. La sua fama supera i confini modenesi per diffondersi in tutta Europa. Sconfitto, abbandonato persino dalla sua amata Austria, rimane forte, saldo in quei valori che considera eterni e che non è disposto a barattare. Attraverso la figura di quest'uomo che, superate le polemiche tra vincitori e vinti, non può non suscitare ammirazione, si assiste al passaggio di un'epoca. E si conosce una Modena diversa, protagonista, con il suo attivissimo gruppo di intellettuali e le sue celebri riviste, di una pagina di storia europea.

Giuseppe Riva (a cura di)
Partenza pel fronte. Diario di Guerra di Diego Riva
Pp. 96 - Euro 12 (10 per i soci)
Diego Riva, ragazzo del '98, a diciotto anni è chiamato a combattere nell'ultima parte del primo conflitto mondiale. Lasciata la semplice, modesta famiglia in cui viveva nella campagna reggiana, ha dovuto affrontare fame, freddo, maltrattamenti, lontananza affettiva, costante pericolo di morte.
Le vicende vissute dai Balcani alla Francia, la prigionia, la fuga, gli assalti, le marce, descritti in questo diario, pur nella loro tragicità, non hanno radicalmente cambiato la bontà di fondo dell'animo dell'autore. L'esperienza della viltà e vigliaccheria frequenti, la lotta per il cibo, le umiliazioni, la guerra, insomma, non hanno vinto su di lui.
Egli sempre dimostrerà, in tutta la sua vita privata e professionale (fu insegnante di disegno e preside incaricato), un'umanità sincera, cordiale, pervasa dal senso del dovere e della responsabilità che ne hanno fatto la persona giusta, corretta, buona che tantissimi hanno conosciuto e stimato.

COLLANA STORICA

Gabriele Sorrentino
Quando a Modena c'erano i Romani
Da Marco Emilio Lepido a Vitilia Egloge; da Geminiano I a Gundeberga. Mutina e il suo territorio dalla fondazione etrusca alla conquista longobarda

Pp. 280 - Euro 15 (10 per i soci)
Com'era Mutina? Come vivevano i suoi abitanti? Che territorio amministrava? Quali erano le sue strutture produttive? Che eredità hanno lasciato Celti, Liguri, Etruschi e Romani?
A queste e a molte altre domande tenta di dare una risposta esaustiva questo volume, per certi versi monumentale, che riunisce e rielabora la più moderna storiografia sull'argomento.

 

Gabriele Sorrentino
Il “Duca” Passerino
L’epoca d’oro del ghibellinismo in Italia attraverso la figura di Rainaldo Bonacolsi, signore di Mantova e di Modena

Pp. 200 - Euro 15 (10 per i soci)
Questa è la storia avventurosa e tragica di Rainaldo detto Pas-serino, ultimo esponente della famiglia Bonacolsi, dal 1312 al 1328 dispotico signore di Mantova che, sotto il suo governo, rag-giunse la sua massima espansione territoriale, con l’acquisizione di Modena, Carpi e del loro territorio. Rainaldo fu uno dei principali leaders del partito ghibellino, assieme a Can Grande della Scala, Matteo e Galeazzo Visconti e Castruccio Castracani, trionfatori nella famosa battaglia di Altopascio. Per questo motivo si servì dei suoi possedimenti modenesi come base privilegiata per avventuristiche scorribande, tra cui spiccano l’uccisione di Raimondo Da Spello (1313), nipote di papa Clemente V, e la famigerata battaglia di Zappolino (1325) dove i modenesi inflissero ai bolognesi una sconfitta bruciante, appropriandosi della Secchia Rapita, il bizzarro trofeo tutt’ora conservato nel Palazzo Comunale.
Rainaldo lasciò a Mantova una delle più raffinate compilazioni normative del Trecento padano, Gli Statuti. All’apice del suo potere, fu tradito proprio da uno dei suoi principali sostenitori, Luigi Gonzaga. Questi guidò la rivolta che il 16 agosto 1328, eliminò Passerino e spazzò via la signoria bonacolsiana, iniziata sotto Pinamonte nel 1272. Nemmeno dopo morto, però, l’ultimo Bonacolsi poté riposare in pace: il suo cadavere, mummificato, divenne infatti uno dei principali cimelii di casa Gonzaga.

 

Elena Bianchini Braglia
LE LACRIME DELLA BEATA
Il miracolo di Beatrice d'Este

Pp. 216, Euro 14 (10 per i soci di Terra e Identità)
Un luogo di fascino e mistero nel cuore di Ferrara. Un miracolo. Anzi uno dei più suggestivi e clamorosi miracoli di oggi. Acqua che stilla inspiegabilmente da un marmo e diffonde grazie. Gocce taumaturgiche che un tempo il popolo bramava, che oggi scendono umili e silenziose nell'oblio. E all'origine del miracolo una principessa del Medioevo, Beatrice d'Este.
Bellissima e santa, disprezza gli effimeri piaceri della corte e sceglie il monastero. Morendo giovanissima per le troppo aspre penitenze, promette eterna protezione alla sua stirpe e alla città che tanto ama, Ferrara.

 

Roberta Iotti - Elena Bianchini Braglia
Madama Parisina
Il peccaminoso scandalo estense nella storia e nella letteratura

Pp. 256 - Euro 14 (10 per i soci)
Figlia dei signori di Cesena e moglie del marchese di Ferrara Nicolò III d’Este, Parisina Malatesti (1404-1425) fu nota alle cronache contemporanee non solo per la delicata bellezza, la raffinata cultura di impronta francese e il prestigioso rango di domina regnante, ma soprattutto per la scandalosa storia d’amore con il primogenito naturale del marito, Ugo d’Este, nato da Stella dei Tolomei, fratello maggiore dei celeberrimi Leonello e Borso, e già designato dal padre alla successione nel governo dello stato. La loro passione breve, intensa e ai limiti dell’incesto finì nel sangue come quella di Paolo e Francesca, antenati della stessa Parisina, e di Giulietta e Romeo, lasciando a Ferrara uno strascico di memorie commosse e di tradizioni popolari che unitamente ai rari documenti rimasti testimoniano ancora oggi una vicenda sentimentale profondamente toccante e assolutamente tragica.
La figura di Parisina Malatesti ebbe anche una ricchissima fortuna postuma. Molti furono, infatti, gli scrittori, i poeti, i musicisti e i pittori, italiani e stranieri, che si ispirarono al dramma di lei e del suo amante, dedicando loro opere di vario genere e di vario titolo. Fra questi Matteo Bandello, Lope de Vega, George Gordon Byron, Giacomo Leopardi, Gaetano Donizetti, Franz Liszt, Gabriele D’Annunzio, Gaetano Previati, Hjalmar Bergman e una lunga schiera di altri artisti maggiori e minori irrimediabilmente sedotti dalla storia della giovane, audace e sventurata marchesa di Ferrara.

 

Roberta Iotti
Rinascimento spezzato
Vita e morte di Anna Sforza d’Este (1476 - 1497)

Pp. 180 - Euro 12 (9 per i soci)
Promessa fin dalla nascita al futuro signore di Ferrara Alfonso I d’Este, del quale sarà poi la prima moglie, figlia legittima dei duchi di Milano, sorella dell’imperatrice Bianca Maria Sforza, nipote molto amata di Ludovico il Moro, cognata di Isabella e Beatrice d’Este, Anna Sforza d’Este visse un’esistenza brevissima divisa tra Milano e Ferrara, fu soltanto duchessa in pectore (ovvero senza titolo effettivo) al fianco del suocero Ercole I dopo la morte di Eleonora d’Aragona, e morendo lei stessa nel 1497, appena ventunenne, non poté assistere da signora regnante allo splendido trionfo del Rinascimento padano e alfonsino. Ma di lei restano lettere, documenti, inventari e carte miniate che, uniti alle ricche testimonianze indirette che la riguardano e alla produzione poetica e letteraria che le fu intitolata, hanno consentito di riscrivere il suo passaggio per il mondo e di recuperre la memoria di una donna affascinante, dai tratti bellissimi, dall’educazione raffinata e dal cuore capriccioso.

 

Elena Bianchini Braglia
Anna e lo sfregiato
Una principessa estense nella Francia delle guerre di religione
Pp. 344 - Euro 15 (10 per i soci)
Per il popolo francese "regina di Parigi, per la potentissima Caterina de' Medici amica e avversaria, per i cattolici un'eroina, dai protestanti fatta oggetto di satire e osceni libelli. In ogni caso, sempre protagonista. Ovunque, dotata di ferrea personalità, immensa cultura e rara bellezza, Anna d'Este lasciava il segno. Dopo la spensierata fanciullezza in una delle corti più eleganti del Rinascimento, Anna, figlia del Duca Ercole II, principessa dalle mille virtù definita da Brantome "la più bella donna della cristianità, sposò Francesco di Guisa, detto "lo Sfregiato". Nella Francia sconvolta dalle guerre di religione, fra intrighi di corte e atti sacrileghi, erano ad attenderla mille orrori: dal massacro di Amboise alla notte di San Bartolomeo, dall'assassinio del marito a quello del figlio, idolatrato dai francesi e caduto a un passo dal trono per volere di un re reso folle dalla gelosia.
Nell'ultima malattia, Anna cede ai ricordi. Nella sua stanza riprendono vita fatti e personaggi di una lunga esistenza vissuta in un periodo decisivo per la storia di Francia, ma anche per il destino del piccolo Ducato padano che le ha dato i natali, e che non ha mai dimenticato. Fra Parigi e Ferrara, fra la corte spietata dei Valois e quella raffinatissima degli estensi, corrono gli ultimi pensieri di una donna forte dalla vita intensa, indiscussa stella dell'Europa del XVI secolo.

 

Roberta Iotti
Almerico
L'eroe di Casa d'Este
Pp. 352 - Euro 18 (15 per i soci)
Almerico d'Este (1641-1660) nacque nel Palazzo Ducale di Modena da Francesco I e Maria Farnese, quinto maschio e settimo figlio dei duchi regnanti, un principe cadetto che al netto dei molti fratelli morti in fasce rimase poi il secondogenito accanto al principe ereditario Alfonso. Battezzato con il nome di un avo antichissimo che si era battuto contro i saraceni in difesa del papato di Giovanni X, Almerico venne cresciuto dal padre sull'esempio del mitico progenitore atestino e presto avviato al mestiere delle armi, nel quale dimostrò una notevolissima intelligenza tattica e diplomatica. Distintosi ancora giovinetto nelle guerre franco-piemontesi degli anni 1655-1658, l'Estense venne chiamato dal cardinale Giulio Mazzarino e da Luigi XIV per assumere il comando delle truppe di terra che il re di Francia intendeva mandare nell'Egeo a sostegno di Venezia nella cruenta guerra contro il turco per la conservazione del Regno di Candia. Dopo una serie di incursioni fulminanti e di vittorie che sorpresero il nemico, il morbo che circolava mortifero tra i soldati francesi e veneziani ebbe la meglio anche su di lui, che così concluse la sua breve vita sull'isola di Poros.

 

Gianni Braglia
L'Inquisizione a Modena nell'età moderna
Benevola o crudele?
Pp. 176 - Euro 12 (10 per i soci)
E' sufficiente pronunciare la parola Inquisizione per destare l'attenzione e la morbosa curiosità di chi ascolta. Centinaia di film, romanzi e fumetti ci hanno trasmesso un'immagine del Sant'Uffizio come di un'istituzione incline alla violenza, spesso gratuita quando non sadica e perversa. E la storia, quella ufficiale, si è accodata alla leggenda.
Ma la realtà era veramente così?
Da un caso particolare, quello di Modena, si possono ricavare leggi generali. Le plurisecolari vicende di un Tribunale dell'Inquisizione che si trovava ad agire in una città che sarebbe stata anche la capitale di un antico stato, quello Estense. La lotta all'eresia luterana, il controllo delle pratiche magiche e stregonesche, i rapporti con gli ebrei: la vita degli inquisitori si snodava tra attività di routine e momenti di tragica tensione.

 

Celestino Cavedoni
I Papi a Modena - Da Pio IX a Liberio I
Elenco storico de’ Sommi Pontefici Romani che ne’ tempi andati furono di passaggio e di soggiorno in Modena

Elena Bianchini Braglia (a cura di)
Pp. 100 - Euro 5 (4 per i soci)
Nel 1857 Pio IX visitò Modena, capitale del Ducato Estense. Nell’occasione don Celestino Cavedoni compilò un elenco dei Papi che nella storia onorarono la città con la loro presenza. In questo libro viene riproposto il testo del Cavedoni, arricchito da una contestualizzazione storica e dal resoconto che della visita di Pio IX fece Teodoro Bayard de Volo.

 

Elena Bianchini Braglia
Mary of Modena, regina d’Inghilterra
Maria Beatrice d’Este, l’unica italiana sul trono d’Inghilterra, spodestata per la fede

Pp. 280 - Euro 15 (10 per i soci)
Da dolce, bellissima principessa estense votata al monastero a regina di una delle grandi potenze europee... Maria Beatrice, costretta a soli quattordici anni a sposare l’attempato erede al trono d’Inghilterra, si trovò a vivere in un paese ostile dove i cattolici subivano violenze e persecuzioni. Eppu
re amò l’Inghilterra e soprattutto amò Giacomo Stuart di un amore vero, puro, disinteressato. Non ebbe timore di affrontare al suo fianco ogni avversità, sopportò con straordinario eroismo la morte di tutti i figli e il tremendo sospetto che venissero avvelenati dai suoi stessi cortigiani. Se condanne a morte, assassinii, complotti forse le fecero rimpiangere la felice infanzia nel pacifico Ducato Estense, certo non lo ammise mai e mai volle ritrarsi dinnanzi ai doveri di moglie e sovrana.
Cattolica in un paese protestante, perse la corona a causa della sua fede, conobbe la miseria e l’umiliazione ma, quando i suoi fedeli la supplicavano di convertirsi, anche solo formalmente, per risalire al trono e porre fine a tutte le avversità, caparbiamente rispondeva che assai sciocco sarebbe stato chi avesse accettato di barattare il Paradiso per una corona, l’eterna felicità per una gloria terrena, l’infinito con il finito...
Assai lontana dai giorni nostri è la concezione di una fede talmente forte da far dimenticare ogni bene e ogni dolore terreno, di un amore talmente puro da dare tanto e non chiedere nulla, di una forza così eroica da sopportare i più tremendi dolori senza mai vacillare. E la persona che incarna in sè tutto ciò non può che apparirci come una irraggiungibile Santa, oppure come un esempio che a distanza di secoli, a noi che abbiamo perso ormai ogni contatto con il trascendente, che viviamo in una dimensione troppo materiale, ricca di benessere ma anche di inutili ansie ed effimere frustrazioni, può ancora insegnare moltissimo...

 

Domenico Gazzadi
Gli ultimi dieci mesi de “La mia carcere”
Diario di prigionia di un carbonaro poeta (1823 - 1824)

Giuseppe Gazzadi (a cura di)
Pp. 432 - Euro 17 (13 per i soci)
Le pene d’amore, il risentimento per l’ingiusta prigionia, il rimpianto per la perduta libertà e le sofferenze fisiche e morali, non sono bastate a spegnere lo spirito libero e combattivo del fervente patriota: “Non la pena, ma la colpa è infamia; ed io non ho rimorsi”.Il senso dell’ironia ed una certa goliardia ancora possibile, pur nelle ristrettezze del carcere, contribuiscono non poco ad alleviarne le pene.

 

Elena Bianchini Braglia
Adelgonda di Baviera. L'ultima duchessa di Modena, Reggio, Massa e Carrara
prefazione di Leonisa Bayard De Volo
Pp. 200 - Euro 14
(10 per i soci)
Timida, modesta, bella ma mai appariscente, riservata... mai avrebbe immaginato, e forse nemmeno desiderato, la dolce Adelgonda di Baviera che un giorno, a quasi novant’anni dalla sua morte, sarebbe comparso un libro su di lei. Nulla aveva mai fatto per mettersi in mostra e la sua vita sarebbe scivolata via, senza rumore, se la storia non l’avesse chiamata a chiudere una dinastia millenaria, a sedere per ultima su uno dei più antichi troni italiani. Vicende per lei dolorosossime, quelle del Risorgimento, che tuttavia affrontò con dignità e forza d’animo esemplari. Dolce e fortissima, umile e determinata, profondamente religiosa... una figura di donna che oggi più che mai potrebbe e dovrebbe essere ricordata quale imperituro esempio di una autentica femminilità quasi scomparsa.

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Elena Bianchini Braglia
Maria Beatrice Vittoria. Rivoluzione e Risorgimento tra Estensi e Savoia
prefazione di Angelo Spaggiari
Pp. 218 - Euro 14
(10 per i soci)
Le vicende dei primi decenni del tumultuoso Ottocento, fra i residui della Rivoluzione francese, la Restaurazione, e i primi rivolgimenti liberali che sarebbero culminati in Italia nel Risorgimento, sono ripercorsi attraverso la figura esemplare di una donna…
Una donna profondamente religiosa ma anche forte, volitiva, che sapeva coniugare mirabilmente, come ci narrano i suoi contemporanei, "la pietà più tenera e la bontà più magnanima" con la più ferrea determinazione innanzi ai numerosi ostacoli politici, che "aveva il cuore aperto alla più facile compassione degli altrui mali, ma irremovibile nei principi del retto e del vero".
Era una Savoia, figlia di re Vittorio Emanuele I, e di lì a poco avrebbe visto la sua famiglia, fino ad allora vero esempio di legittimismo, con Carlo Alberto farsi protagonista delle vicende risorgimentali. Ma era anche duchessa di Modena, di quello Stato che era considerato la roccaforte della reazione e del legittimismo, spesso rifugio di celebri intellettuali conservatori come il Principe di Canosa e Monaldo Leopardi.
Moglie devota, madre affettuosa, fervente cristiana dedita alla preghiera e alla beneficenza, accanto al Sovrano forse più assolutista e conservatore d'Italia, nei momenti critici del suo regno seppe far sentire la propria voce, seppe fronteggiare coraggiosamente i nemici che miravano a sottrarle il trono, talvolta anche accantonando il suo docile femmineo atteggiamento e la sua innata semplice umiltà, poiché "quella semplice e ritirata donzella sarebbesi nelle difficili circostanze ricordato l'eroico sangue di Savoja che le scorrea per le vene, e avrebbe intrepidamente sostenuto il mutar degli eventi, e il minaccioso aspetto della sventura" e "quando il dover lo chiedeva nei modi, negli atti, nel portamento, tu vedevi la sovrana e la figlia di re".

 

Gabriele Sorrentino
L'affaire Giuseppe Ricci
Perchè una Guardia Nobile di Francesco IV è ricordata sul monumento a Ciro Menotti

Pp. 216 - Euro 14 (10 per i soci)
Le Guardie Nobili d'Onore erano un corpo di volontari composto solo di nobili che dovevano difendere il Duca "a costo della vita". Perché, allora, sul basamento del monumento a Ciro Menotti in piazza Roma è raffigurata la Guardia Nobile Giuseppe Ricci? La risposta a questa domanda potrà essere trovata soltanto tra le pieghe di un complesso caso giudiziario che coinvolse alcuni degli uomini chiave del governo di Francesco IV.
Giuseppe Ricci si trova sul monumento perché, accusato di aver ordito una congiura per uccidere il Duca e catturare la Duchessa Maria Beatrice di Savoia, venne fucilato il 19 luglio 1832. Riabilitato nel 1865 da una corte dell'Italia unita, venne trasformato in un simbolo di quella rivoluzione liberale che lui, duchista convinto, aveva di certo osteggiato. Per questo motivo nel 1911 si vide dedicare una delle vie che partivano da largo Garibaldi e che nel 1945 venne rinominata viale Virginia Reiter.
Questo volume racconta la storia di questo sfortunato aristocratico, spogliandola dalle sovrastrutture ideologiche che hanno caratterizzato altri testi sull'argomento e mostrandoci il volto nascosto e bifronte del Risorgimento modenese, fatto di grandi ideali e miserie umane. Il libro è arricchito da due utili appendici, la prima poetica, la seconda riguardante la cappella Ricci di via Finzi (già stradello Soratore).

 

Carlo Brandoli
Antonio Morandi. Un protagonista dimenticato del Risorgimento
prefazione di Walther Boni
Pp. 152 - Euro 11
(8 per i soci)
Una vita avventurosa, un cuore indomito che instancabile lottò per i suoi ideali, un ribelle che dedicò tutto se stesso al raggiungimento della libertà. I suoi scritti, le memorie della sua vita, rappresentano una preziosa testimonianza storica, perché egli occupò un posto di rilievo nel Risorgimento Italiano, per la sua lunga e intensa partecipazione a tutte le lotte per l'indipendenza nazionale. Per lungo tempo dimenticato, oggi Antonio Morandi ritorna in una appassionata biografia, ricca di mille avventure: lo seguiamo così esule, sospettato dell'assassinio del capo della polizia di Modena Besini, a combattere per la libertà spagnola. Lo vediamo ferito sul campo di battaglia di Llers in Catalogna, salvarsi miracolosamente, poi, avventuriero insofferente del governo estense e della vita inoperosa, andare a battersi per l'indipendenza della Grecia, tornare a Modena per partecipare alle rivolte del travagliato periodo di Ciro Menotti, imbarcarsi per la Francia e finire, a causa della nave fermata dagli austriaci, imprigionato nelle carceri di Venezia. Con una rocambolesca fuga egli raggiunse la Svizzera, poi si spostò in Francia e di nuovo in Grecia. Con i moti del 1848 si precipitò ancora a combattere per il suo paese, dirigendo vittoriosamente la "sortita di Mestre", e dopo la resa della città lagunare, tornò in Grecia, fu arrestato e rilasciato, e ancora in Italia nel 1859, per portare il suo contributo all'indipendenza. Quella di Antonio Morandi è una biografia che si legge come un romanzo d'avventura, è la vita di un personaggio che, per la sua originalità e bizzarria, sembra sgorgato dalla fantasia di un brillante romanziere, più che dalla storia alla quale tuttavia a pieno titolo appartiene.

 

Elena Bianchini Braglia
In esilio con il Duca
La storia esemplare della Brigata Estense

Pp. 164 - Euro 16
Nell’ambito della demistificazione storiografica della retorica risorgimentalista otto-novecentesca, uno dei fronti più “caldi” e innovativi è costituito dalla riscoperta dell’opposizione italiana alla conquista piemontese. Questo saggio rivela al largo pubblico uno degli episodi più eclatanti e commoventi di questa lotta popolare per la libertà: un piccolo Stato, il Ducato di Modena, travolto dalla macchina da guerra piemontese, rifiuta di scomparire dalla storia. Il suo piccolo esercito per non cessare la propria lotta e ammainare la propria antica bandiera, rifiuta di sciogliersi e prosegue per anni la propria lotta come Brigata autonoma, la Brigata Estense, assieme all’esercito austriaco contro i Piemontesi.
Una storia rimossa che ha dell’incredibile, e ridisegna la storia dell’unificazione dell’Italia del Nord, grazie ad una documentazione inedita e inoppugnabile.

 

Lo spettacolo dell’alleanza.
Pio IX e il tramonto di un Ducato

Catalogo della mostra
Pp. 64 - Euro 5
(4 per i soci)
Sommario:
Lo spettacolo dell’alleanza. Pio IX a Modena (2-4 luglio 1857) di Matteo Al Kalak
Cronologia della vita di Pio IX
Pio IX e il Risorgimento italiano di Elena Bianchini Braglia
Pio IX a Modena di Elena Bianchini Braglia
Il bacio del piede di Elena Bianchini Braglia
La fine del potere temporale di Elena Bianchini Braglia

 

La verità sugli uomini e sulle cose del Regno d’Italia
Rivelazioni di J.A., agente segreto del conte di Cavour

Elena Bianchini Braglia (a cura di)
Pp. 100 - Euro 5
(4 per i soci)
“...se vi ha scandalo, non è mia colpa, ma è colpa dei fatti...”. Gli intrighi e gli imbrogli che portarono all’unificazione italiana nelle confessioni di un agente segreto che le visse in prima persona: uno sconcertante documento che getta nuova luce sui lati più oscuri del Risorgimento.

 

Carlo Previdi
Modena 1763-1863
Storia dei cento anni che trasformarono una capitale e il suo Stato

Pp. 160 - Euro 14
(10 per i soci)
Modena, Mirandola, Carpi, Finale, Reggio, Correggio, Guastalla, Pavullo e Frignano, “Castelnovo” e Garfagnana, Massa, Carrara, Fivizzano e Lunigiana e tante altre erano parte dello Stato Estense, prima della nascita e dello sviluppo del Regno d’Italia nella secon-da metà dell’Ottocento. Con qualche modifica territoriale, poche e mai troppo prolungate interruzioni temporali, lo Stato, cioè il ducato ed il popolo estensi, è ruotato, dal XVI al XIX secolo, attorno alla sua capitale: Modena. In quel ducato e per quel popolo, c’erano pianure, colline, montagne, persino il mare e vi sono accaduti avvenimenti importanti, interessanti, positivi o negativi, anche nel periodo qui considerato (1763 – 1863), che è giusto conoscere e, nel rispetto delle idee di ognuno, giudicare.

 

Elena Bianchini Braglia
Risorgimento. LE RADICI DELLA VERGOGNA. Psicanalisi dell'Italia
Pp. 288 - Euro 15 (10 per i soci)

Il Risorgimento: uno stupro. Un atto violento, arbitrario, mal condotto che ha generato i mostri che oggi attanagliano il nostro paese. Un atto vergognoso che ha generato vergogna.
Il grido di dolore di un’Italia fatta nascere con la forza
. Di un’Italia costruita sull’oblio delle identità e delle tradizioni, contro la sua natura e la sua volontà.
Il grido di dolore di una grande nazione «idea universale capace di riunire il mondo», che si è fatta piccolo stato.
Il grido di dolore di un’Italia che vuole risorgere.

 

Fulvio Diego Papouchado
Viaggio in un ghetto emiliano
Gli ebrei a Modena dal Medioevo al Dopoguerra

Pp. 272 - Euro 14
(10 per i soci)
“Il lettore sarà sicuramente interessato al racconto (per la prima volta riunito in un unico volume) della vita di personaggi più o meno illustri che sono qui presentati nella loro umanità fatta di miserie, grandezze, aspirazioni, sofferenze, afflato religioso: è un microcosmo variegato, più spesso tormentato, torturato, dolente, ma fiducioso nell’aiuto del Dio di Israele”.
Con quest’opera ci si propone di colmare una lacuna della storiografia italiana sugli ebrei, focalizzandosi sulla sola città di Modena e prendendo in considerazione un periodo che va dal tardo medioevo alla fine della seconda guerra mondiale. Essa intende anche essere una narrazione, “perché la vita del popolo ebraico è cosparsa di vicende coinvolgenti come quelle di un romanzo”, che segue il percorso storico degli ebrei per un motivo o l’altro insediati nella città o di passaggio. Pur essendo geograficamente circoscritta, la ricostruzione qui presentata inquadra anche alcuni eventi storici e politici fondamentali del ducato estense, della città di Modena e del regno sabaudo, per illustrare meglio la situazione degli ebrei modenesi, la cui storia ha concorso all’arricchimento del giudaismo d’Italia.

 

Fulvio Diego Papouchado
Sefarad
Un mondo ebraico

Pp. 432 - Euro 20
(15 per i soci)
Sefarad: un mondo antico e affascinante. Un mondo fatto di gioie supreme e di abissi di disperazione. Si tratta della penisola iberica e sefarditi sono detti gli ebrei che dall’età classica hanno vissuto in quelle terre, fino alla loro espulsione decretata sul finire del XV secolo.
Questo libro ripercorre la storia degli ebrei sefarditi dalle origini alla dispersione, per giungere al presente di una cultura e di tradizioni ancora vive, nonostante tutto.
Una ricerca approfondita che, nello stesso tempo, trasuda passione e, soprattutto, una malinconica nostalgia per la mitica Sefarad.

 

Elena Bianchini Braglia
Ferdinando e Sofia
28 Giugno 1914. La morte dell'Europa

Pp. 224 - Euro 14 (10 per i soci)
Sarajevo. 28 giugno 1914. Francesco Ferdinando d'Austria Este e la moglie Sofia Chotek muoiono assassinati. È la scintilla che farà esplodere la Grande Guerra. L'Europa è perduta. Per sempre. L'Europa che oggi invano si cerca di ricostruire. L'Europa dei popoli, la cornice capace di racchiu-dere e preservare culture, tradizioni, religioni diverse. Francesco Ferdinando con una riforma federale cerca di dare nuovo vigore all'Impero, di mantenere l'Europa al centro del mondo. Non ne avrà il tempo. Qualcuno ha progetti del tutto opposti. C'è chi vuole un'uscita di scena dell'Austria e un ruolo di secondo piano per tutto il vecchio continente. Fer-dinando deve morire. Il fuoco di Gavrilo Princip uccide lui, uccide sua moglie, uccide milioni di innocenti. E uccide l'Europa.

 

Luigi Malavasi Pignatti Morano
La propaganda socialista
nelle pagine de Il Domani, periodico modenese del primo Novecento

Pp. 360 - Euro 15 (10 per i soci)
Il Domani, periodico socialista modenese del primo Novecento, vide la luce il 13 maggio 1900 per volontà del finalese Gregorio Agnini. In vent’anni di battaglie, conclusisi con la sospensione definitiva delle pubblicazioni all’indomani del Congresso del PSI di Livorno del gennaio 1921, il foglio subì un processo di maturazione in direzione di una sempre più marcata aggressività, una sorta di progressione che, a partire da un’impostazione iniziale che risentiva dell’influenza della corrente socialista umanitaria, nel secondo decennio del Novecento, specie dopo la guerra di Libia, fece approdare la testata sulle sponde dell’intran-sigenza rivoluzionaria.
Questo studio, che del settimanale intende seguire l’evoluzione storica, si concentra in particolar modo sulle strategie comunicative di una propaganda, quale quella socialista di inizio Novecento, volta essenzialmente, più che a costruire modelli positivi o edificanti, a screditare l’avversario politico. Quest’ultimo doveva infatti apparire allo stesso tempo agguerrito e degenerato, violento e perverso, in certi casi corrotto persino nell’aspetto fisico.
In un’epoca in cui la stampa periodica costituiva, di fatto, il più efficace strumento di educazione civile delle masse, sulla propaganda scritta il PSI (partito che intendeva proporsi come comunità di apostoli di una nuova religione politica e come dottrina alternativa a quella cristiana) riversava buona parte delle proprie aspettative di persuasione.

 

AA.VV
FRANCESCO AGGAZZOTTI
Primo sindaco di Formigine nell'Italia unita. Viticoltore, imprenditore agricolo, politico
All'origine dell'idea di lambruschi modenesi e di aceto balsamico

Pp. 344 - Euro 25 (20 per i soci)
Sommario:
Don Riccardo Fangarezzi, Introduzione
Elena Bianchini Braglia, Il tempo di Francesco Aggazzotti. Il Ducato di Modena tra Restaurazione, liberalismo, intransigentismo e unità nazionale: correnti e circoli filosofici e teologici
Patrizia Curti, Per una biografia e cronologia di Francesco Aggazzotti
Francesco Gherardi, Francesco Aggazzotti politico e amministratore pubblico a Formigine. Un uomo e il suo tempo
Giovanni Matteotti, Un pioniere e un rivoluzionario dell'agricoltura modenese: Francesco Aggazzotti
Vincenzo Ferrari Amorotti, Viti, vinificazione e aceto balsamico nell'opera di Francesco Aggazzotti
Riccardo Fangarezzi, Francesco, la famiglia Aggazzotti, Colombaro. Il cognome e lo stemma
Cristina Bignami e Serena Imazio, Gli scritti viticoli e ampelografici di Francesco Aggazzotti a confronto con la letteratura scientifica del suo tempo
Andrea Marchetti, L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena secondo Francesco Aggazzotti
Alberto Rinaldi, L'impresa agricola a Formigine. Il contesto modenese e nazionale
Pierpaolo Bonacini
, Brevi note conclusive
Opere di Francesco Aggazzotti:
Dell'utile impiego della materia eterea nel processo della vinificazione
Dell'aceto balsamico modenese
Sulla fabbricazione del Vino Lambrusco modenese
Cenni sulla fabbricazione dei vini nella provincia modonese
Catalogo descrittivo delle principali varietà di uve coltivate presso il cav. avv. Francesco Aggazzotti del Colombaro

 

Rina battani Righi Riva
Padre Pietro Benassi
Vita e opere

Pp. 180 - Euro 14
(10 per i soci)
Il testo ha lo scopo di raccontare un uomo, la sua vita fatta, come per ogni essere vivente, di gioie e dolori, speranze e delusioni, successi e sconfitte.
Certe vite si svolgono linearmente, piatte, talvolta insignificanti o vuote, per scelta, non così per il “Nostro”, che ha vissuto intensamente nel fervore della Fede, nella lotta per il Bene, nella carità per tutti coloro che hanno avuto la ventura e la fortuna di conoscerlo personalmente e di ascoltarlo. Ogni lettore immagini d’avere innanzi la figura del fraticello, nel suo saio francescano, con il suo bel volto incorniciato dalla bianca chioma ricciuta e reso luminoso dagli occhi vivaci e penetranti, con la voce un po’ afona, della quale si lamentava dicendo: “Non avrei mai potuto fare il predicatore!”, ma così adatta ad un racconto interpersonale: pacato, sereno e colmo di quelle emozioni più o meno forti, struggenti ed anche dolorose che i ricordi procurano nella rivisitazione di drammi, ferite, dolori che tornano a galla, dal profondo della coscienza e rivivono in noi e per noi.
La sua anima, ora nella luce, in questa lettura ci visita e racconta ad ognuno il vero senso della vita!

 

Arrigo Marazzi
Edmondo Rossoni e Tresigallo
Contributo alla conoscenza di una città del Novecento e del suo Rifondatore

Pp. 70 - Euro 18

 

 

 

Bruno Zucchini
Modenesi in camicia nera
1919 - 1943. Dallo squadrismo alla marcia su Roma, dagli anni del consenso al crollo del regime.
Tutti gli uomini che hanno fatto il Fascismo in provincia di Modena

Pp. 348 - Euro 20 (15 per i soci)
Con il libro Modenesi in camicia nera si conclude la trilogia che Bruno Zucchini ha dedicato alla storia della “destra” in provincia di Modena, ammesso e non concesso che il termine destra sia adeguato a rappresentare l’esperienza politica del fascismo.
Questa ricerca, frutto di anni di lavoro appassionato, prende in considerazione il periodo che parte con la fondazione dei Fasci di Combattimento nel 1919 e si conclude con il 25 luglio 1943 e la caduta del fascismo “regime”. Modena e la sua provincia fin da subito hanno conosciuto un’adesione numerosa al nuovo movimento politico. Tantissimi sono stati i modenesi che hanno partecipato alla marcia su Roma (e di tutti troverete all’interno il nome, il cognome e il comune di provenienza). Durante il cosiddetto “regime”, ovvero la fase di consolidamento e stabilità del fascismo che diventa dittatura, Modena e Carpi si guadagnano la nomea di “fascistissime”. E anche quando le fortune del fascismo cominciano e declinare e la sua parabola storica si avvia a concludersi, saranno ancora moltissimi i modenesi che resteranno fino all’ultimo di fianco a Mussolini e alla sua idea di società.
Questo testo, importante perché consegna alla memoria futura anche il punto di vista dei vinti, che generalmente fatica a farsi largo nella pubblicistica storica, ripercorre questi poco più di vent’anni inserendo le vicende del fascismo modenese, con gli uomini che ne sono stati protagonisti, all’interno della più vasta storia nazionale, consentendoci di cogliere le reazioni del nostro territorio agli eventi di un’epoca irripetibile nei suoi entusiasmi e nelle sue tragedie.

 

Bruno Zucchini
Vista dai vinti
La guerra civile nel modenese (1943-1945)

Pp. 640 - Euro 25
(20 per i soci)
Questo libro è costato al suo autore, il professor Bruno Zucchini, 15 anni di pazienti e meticolose ricerche. Un lavoro lungo e faticoso che ha avuto come unico scopo quello di dare alle stampe una testimonianza sulla guerra civile nella provincia di Modena secondo la prospettiva dei perdenti. L’importanza del libro risiede proprio in questo: al di là delle prese di posizione e dei giudizi espressi, che non a tutti potranno piacere e che comunque sono proposti con l’onestà intellettuale che contraddistingue gli uomini coerenti, a qualunque parte essi appartengano, questo testo è un documento fondamentale per consegnare alla storia la voce di chi di solito voce non ha.
In 36 capitoli viene ripercorsa la tragica stagione del “fratello contro fratello”, una delle pagine più sanguinose della storia di Modena e dell’Italia. Dal 25 luglio 1943 fino alle epurazioni del Dopoguerra, questo periodo viene ripercorso giorno per giorno, citando fatti e personaggi ed evidenziando i nomi dei caduti. Non c’è famiglia modenese che non possa trovare il nome di un parente o di un amico.

 

Bruno Zucchini
Modena vista da destra
Pp. 232 - Euro 15 (10 per i soci)

Le pagine di questo libro sono il racconto, forse un po' improvvisato, di un modenese che ha avuto l'opportunità di frequentare, negli anni dal dopoguerra ad oggi, il piccolo e variegato mondo della destra nella città della Ghirlandina, in maniera duratura anche se non costante, in ragione del suo carattere e del profondo impegno profuso nei vari settori della vita civile dove ha operato, e in particolare in quelli dell'educazione motoria e dello sport. Il testo è diviso nettamente in due parti; nei capitoli della prima si raccontano episodi, momenti di vita, aneddoti, vissuti dall'autore dagli anni della sua giovinezza a quelli della maturità e della cosiddetta terza età. Nella seconda parte viene trattato invece il mondo della destra modenese, per quello che l'autore ha potuto conoscere. Un mondo coeso, pur se attraversato da accesissimi scontri tra correnti di pensiero e di linee comportamentali a volte completamente antitetiche, che potevano sembrare assurde in una formazione politica "fuori dall'arco costituzionale" e di scarsa consistenza numerica oltre che lontanissima da qualsiasi posizione che potesse far intravvedere la possibilità di carierismi o di accesso alle stanze dei bottoni e ai vantaggi economici connessi.

 

 

Carlo Previdi
Storia della letteratura di Modena e provincia
dal Medioevo ai giorni nostri

Pp. 240 - Euro 18 (15 per i soci)
Giovanni Pico (Mirandola, 1463 - Firenze, 1494), Francesco Maria Molza (Modena, 1489 - Modena, 1544), Alessandro Tassoni (Modena, 1565 - Modena, 1635), Ludovico Antonio Muratori (Vignola, 1672 - Modena, 1750), Celestino Cavedoni (Levizzano Rangone di Castelvetro, 1795 - Modena, 1865), Antonio Delfini (Disvetro di Cavezzo, 1908 - Modena, 1963) sono alcuni dei numerosi, grandi scrittori di Storia della letteratura di Modena e Provincia dal Medioevo ai giorni nostri. In questo libro, ognuno di loro è inserito nel relativo contesto storico - culturale ed è considerato attraverso la trattazione della sua vita e delle sue opere. Il quadro, che così risulta, conferma l'eccellenza della storia della nostra letteratura.

 

Elena Bianchini Braglia
Calvario rosso
Marianna Azzolini. Storia di una violenza partigiana

Pp. 208 - Euro 14 (10 per i soci)
Femminicidio. Stupro. Violenza sulla donna. Fatti attuali, inaccettabili, eppure non sempre ricordati e con-dannati. La vicenda straziante di Marianna è un esempio, un episodio purtroppo tra i tanti. Perché c'è stato un momento della nostra storia in cui lo stupro s’è fatto metodo politico. Fra gli orrori della guerra civile, nell'Appennino reggiano, in pieno triangolo della morte, nell'inverno del '44 Marianna vie-ne arrestata. Violentata, seviziata, costretta a camminare semi-nuda nel gelo della montagna. Sulla neve, tracce rosse di fem-minilità violata segnano il percorso del suo calvario. Il calvario di una splendida giovane di belle promesse. Comin-ciato sui monti e mai terminato. Perché da quelle ferite Ma-rianna non guarirà più: quel sangue sulla neve le macchia il cuore e le spezza la vita. Calvario rosso. Per non dimenticare. Perché lo stupro non può essere tollerato, non può essere metodo politico. Mai.

 

Massimo Baraldi
Don Adriano Fornari
ultimo Direttore dell'Educatorio per Sordomuti di Modena

Pp. 240 - Euro 15 (10 per i soci)

Don Adriano Fornari si inserisce a pieno titolo tra quei sacerdoti che, iniziando dai tre Fondatori, hanno ininterrottamente “ser-vito” “l’Educatorio per Sordomuti di Modena” (Istituto “Tommaso Pellegrini”) e chi in esso viveva. Il libro vuole ripercorrere la vita di questo sacerdote umile e at-tento ai bisogni del Prossimo: egli infatti non ha mai negato un sorriso e un aiuto a chiunque fosse ricorso a lui. Don Adriano ha trascorso la sua vita dedicando ogni suo pen-siero, ogni sua preghiera e ogni sua azione concreta, al vero e solo bene delle persone sorde di qualunque età: questo è dunque l’aspetto che l’autore ha voluto far emergere nel presentare la poliedrica personalità di questo sacerdote. Don Fornari è pertanto da considerarsi a tutti gli effetti il Pastore di questa “porzione di umanità”, troppo spesso mantenuta ai mar-gini della nostra società.

 

Claudio Sgarbi
...E poi la vita risponde!
Un insegnante di educazione fisica racconta il proprio viaggio nello sport attraverso la frontiera della pallamano

Pp. 320 - Euro 13.50
(10 per i soci)
Questo libro, diviso in tre parti, ripercorre cronologicamente la storia della Pallamano a Modena, dalla sua nascita nel 1969, fino ai giorni nostri.Attraverso il filo dei ricordi, a volte umoristici, altre volte folkloristici, ma sempre gustosi, riconsegna alla memoria delle attuali e delle future generazioni il testimone di una ideale staffetta fra passato e futuro.È un libro d’esordio malgrado la non giovane età dell’autore che alla domanda “Come mai così tardi questo libro?” risponde “Perché fino ad ora sono stato impegnato a giocare”.In questa semplice risposta emerge l’autentico spirito di una filosofia improntata alla vita come gioco e al gioco come vita.

 

Carlo Previdi
Un eroe di montagna
Raimondo Montecuccoli, modenese del Frignano, comandante supremo dell’esercito imperiale, nel XVII secolo, cambiò i destini dell’umanità
- (romanzo storico)
Pp. 156 - Euro 10
(8 per i soci)
1 agosto 1664: nei pressi di Mogersdorf in Austria, sul fiume Raab, vicino al confine con l’Ungheria, si combatte una battaglia decisiva per le sorti dell’umanità, che potrebbe cambiare notevolmente lo scenario europeo e mondiale. A fronteggiarsi sono: l’esercito mussulmano, composto in prevalenza da Turchi per un totale di circa novantamila uomini, guidato dal gran visir Koprulu e la coalizione cristiana, costituita da Imperiali, Francesi, Tedeschi ed altri per un totale di pressappoco trentamila soldati, comandata dal Modenese del Frignano Raimondo Montecuccoli, uno dei più grandi condottieri della Storia, abilissimo diplomatico internazionale, eccellente scrittore e grandissimo erudito. L’esito della battaglia sembrerebbe già segnato, a giudicare dalla netta superiorità numerica dei Mussulmani, ma la notevole capacità di convincere i militi cristiani a tentare un’impresa gloriosa e la grandiosa sagacia strategica del Modenese potrebbero cambiare l’andamento delle cose...Così tramanda la Storia. Il libro di Carlo Previdi ripercorre questa e tutte le principali tappe della vita di tale strabiliante personaggio, mantenendo inalterati gli accadimenti reali nella parte storica e dando libero sfogo alla fantasia in quella romanzata, senza però discostarsi mai troppo da una sostanziale credibilità. Credibilità che è, in ogni caso, espressione degli stessi avvenimenti storici, delle dinamiche tipiche del Seicento europeo, dell’effettivo carattere riflessivo, tenace, coraggioso, incline alla cultura, affascinato dalle donne, comunque fondato su valori morali e cristiani, del primo comandante dell’esercito imperiale.

 

Elena Bianchini Braglia
LE ORIGINI DELLA CASTA
Il Risorgimento del Malaffare

Pp. 228 - Euro 15 (10 per i soci)
Gli anni del Risorgimento sono un incredibile susseguirsi di scandali, ruberie, crimini, sperperi. Un nuovo paese viene costruito a forza, strangolando libertà e autonomie. Ci si appoggia alla mafia al Sud, si commissionano delitti al Nord. Poi, per sistemare tutti coloro che hanno partecipato all'impresa, si regalano incarichi, stipendi, gratifiche ad amici e conoscenti. L'Italia che ne viene fuori è un piccolo mostro. E a guidarne i primi barcollanti passi sono uomini senza scrupoli, incapaci, corrotti. I garibaldini per furti e sciupio sono paragonati ai vandali. Garibaldi definisce i parlamentari italiani "epuloni governativi", e ancora molti anni dopo Salvemini chiama Giolitti il "Ministro della malavita". Nulla è cambiato. Gli errori commessi allora ci perseguitano ancora oggi, irrisolti. La classe politica è ancora corrotta, la malavita organizzata sempre attiva, sprechi e favoritismi continuano a scandalizzarci, la fama d'inefficienza ci accompagna ovunque. negli anni del Risorgimento la morale si è congedata dalla politica. La corruttela si è fatta sistema, ha impregnato ogni fibra della nuova entità statale, è diventata normale, necessaria; è nata una vera e propria casta, incapace di gestire la cosa pubblica, immorale, avida, intrisa di benefici, e apparentemente inamovibile...

 

COLLANA "DIALETTI"

Fausto Vaccari
Le fole del Nonno Augusto
Favole in dialetto modenese e nonantolano

Pp. 140 - Euro 10
(8 per i soci)
Il ricordo ha il magico potere di far affiorare avvenimenti e vicende apparentemente assopite. Il turbinare della vita ci porta ad accantonare, forse prematuramente, avvenimenti che potrebbero ancora rallegrarci nel loro ricordo.
Le fole di quel tempo, ricche di suggestioni e d'insegnamento morale, danno ad una sensibilità semplice e tranquilla, emozioni inaspettate. Lo spirito, di ciò che qui è narrato, investe tale sfera di sentimenti, atti a lasciare traccia nel cuore del lettore più che negli annali del tempo!

 

Fausto Vaccari
Vagando col pensiero a spasso nel tempo
Proverbi, motti e rime dialettali tra Modena e Nonantola

Pp. 188 - Euro 12 (9 per i soci)
La frenesia della vita attuale non permette di cogliere il quieto avvicendarsi delle emozioni, solo a distanza d’anni un vago senso di nostalgia porta a rispolverarle.Il rincorrere, lungo il filo del ricordo, le vicissitudini passate osservandole in un’ottica diversa, permette di realizzare dei raffronti con la vita attuale!Lo spirito della rima dialettale dona, ad un percepire sensibile, la magìa d’avventurarsi in emozioni espresse in quel vernacolo familiare che va a scomparire e che rappresentava il calore dell’espressione locale! Il ricordo di tal i sensazioni riportano, lontano nel tempo, in quel sottile incanto assaporato in fanciullezza ed in gioventù!

 

GENERI VARI

Mario Mirabelli (Titolare del Centro Studi Analisi Statistiche sull'Economia)
Ma come siamo messi !?
- Indicazioni statistiche sull'andamento dell'economia
Pp. 100 a colori - Euro 18
(10 per i soci)
Una scorrevole indicazione tramite grafici e dati non statisticamente modificati sulla situazione attuale (anno 2009) e su ciò che può essere considerato un punto di riferimento statistico. Si lascia al lettore la decisione se mettere il punto interrogativo o il punto esclamativo o entrambi sull'affermazione; il lettore sarà alla fine certamente in grado di prendere una decisione

 

 

Luigi Borghi
I Pirati del Sole
- (romanzo thriller)
Pp. 210 - Euro 15
(10 per i soci)
Dopo la sua prima "fatica" nella narrativa fantascientifica dal titolo Gemini Impact (Altromondo Editore) e la redazione di un corso di astronomia ed astronautica, Luigi Borghi ha scritto questo romanzo ambientato, come di consueto,  in un futuro prossimo e con una trama complessa ma accattivante e coinvolgente.

 

 

Carlo Previdi
Una strana osteria di Modena
- (romanzo)
Pp. 140 - Euro 10 (8 per i soci)
Fiume Panaro, altezza Appennino Modenese, tarda primavera 2007: un cane viene improvvisamente risucchiato dai gorghi dell’acqua ed il suo padrone cerca disperatamente di salvarlo… E’ l’inizio di una misteriosa, complicata storia, che condurrà l’uomo all’interno di una strana osteria del centro di Modena dove si verificheranno vicende tipiche di quel genere di locale ma anche eccezionali, irreali, incomprensibili, in un contesto intriso di tradizione, sorpresa, fede. Sarà solo dopo un intero, tormentato pomeriggio di personali traversie e straordinari avvenimenti, che il protagonista avrà chiaro il “superiore” senso di ogni cosa.

 

Dante Bortolotti
Fiabe di Roncovecchio

Pp. 144 - Euro 10 (8 per i soci)

 

 

 

Dante Bortolotti
L'alibi del passato

Pp. 208 - Euro 12 (10 per i soci)

 

 

 

Fausto Vaccari
La Missione. ...quando il tuo bene è il mio...
(Romanzo)
Pp. 116 - Euro 12 (9 per i soci)
Nel faticare di questa vita una cosa è assai ambita: il godere con piacere ciò che la Natura può provvedere. Il distruggere quel ch’è donato è dell’uomo il reato e quel che vale è la Natura apprezzare. Dalle profondità dello Spazio un consiglio vien donato!

 

 

Antonio Gelati
Paesi e vecchie leggende di Modena e provincia

Pp. 160 - Euro 12 (9 per i soci)

 

 

 

Mauro Volpi
Poesie venute a riva (1966 - 2007)

Pp. 100 - Euro 5 (4 per i soci)